FLAVIO STRASIOTTO | PROFESSIONISTI
Un’iniziativa davvero coraggiosa quella di Flavio Strasiotto, che da oltre trent’anni opera nel mondo della comunicazione: inizialmente come dipendente, poi come imprenditore, collaborando strettamente con dipartimenti regionali agroalimentari e produttivi, nonché con il mondo della pubblica amministrazione.
Flavio collabora con la Federazione Baristi Italiani e, a Portogruaro, ha ridato vita a una struttura dimenticata, denominata I-Flow, creando un nuovo format di spazio multiculturale. Qui vengono organizzati i corsi accreditati di caffetteria, miscelazione, cucina e sommelier, oltre a un’interessante contaminazione tra il mondo tecnologico del FabLab e le attività olistiche.
Quando inizia tutto
La vera svolta arriva durante il periodo del Covid, quando Flavio Strasiotto rispolvera i suoi studi universitari in chimica. Si dedica a vari esperimenti per circa due anni, al termine dei quali scopre come creare nuove bioceramiche a freddo dai gusci d’uovo e bioplastiche innovative utilizzando diverse materie prime, come cenere e fondi di caffè.
Proprio quest’ultimo materiale suscita in lui grande interesse e viene brevettato con il nome aziendale Birbi. “Ero partito con l’idea di creare occhiali da vista, ma poi, per vari motivi, ci siamo orientati su altri settori. In particolare, mi sono concentrato sul mondo dell’illuminazione. Oggi produciamo cupole luminose che vengono vendute in Olanda, ma nel 2025 avvieremo un tour promozionale per far conoscere Birbi e lanciare questi materiali anche in altri Paesi.”
Il materiale è stato presentato con grande successo al Salone del Mobile di Milano, un’invenzione che potrebbe rivoluzionare il mondo del design. “Una caratteristica fondamentale di questo materiale è la sua resistenza al fuoco, il che lo rende ideale per l’arredamento e l’edilizia. Stiamo pensando a pannelli decorativi per interni che potrebbero avere una doppia funzione: creativa e di sicurezza, essendo ignifughi.”
Dai fondi di caffè, Flavio Strasiotto ha sviluppato anche la biopelle Birbi. “Quando la toccano, pensano si tratti di vera pelle animale. Quando spiego che è fatta con il caffè, rimangono stupiti!”
Una realtà in forte crescita, da scoprire e sostenere, con l’auspicio che possa affermarsi sempre più, sia sul nostro territorio che oltre i confini nazionali.