Il caffè è una delle bevande più amate al mondo, e noi italiani ci consideriamo grandi esperti del settore. Eppure, un recente report mette in luce una realtà sconfortante: il 98% dei bar in Italia non sa preparare un espresso a regola d’arte. Nonostante la disponibilità di tecnologie avanzate e corsi di formazione , la qualità dell’espresso servito nella maggior parte dei locali risulta ben lontana dagli standard che dovrebbero rappresentare l’eccellenza italiana.
Il caffè si consuma in tutto il mondo, ed è la seconda merce più commercializzata al pianeta, subito dopo il petrolio. La nostra convinzione di essere grandi intenditori e maestri nella trasformazione del chicco di caffè in una bevanda perfetta viene però messa in discussione da un’analisi critica delle tecniche impiegate nei nostri bar. L’espresso che tanto celebriamo come simbolo della nostra tradizione rischia spesso di trasformarsi in una “ciofeca”: un caffè rancido, bruciato, che ha perso tutte le sue note aromatiche, risultando molto amaro, estratto da filtri contaminati da precedenti preparazioni e con acqua non sufficientemente pulita.
Il problema principale non è solo l’ignoranza o la trascuratezza nella preparazione, ma anche l’uso inadeguato delle attrezzature a disposizione. Sebbene esistano macchinari tecnologicamente avanzati capaci di ottimizzare l’estrazione del caffè, questi vengono spesso utilizzati in modo scorretto o non vengono adeguatamente manutenuti. Inoltre, nonostante l’esistenza di corsi di formazione per migliorare le competenze dei baristi e portare la qualità italiana ai massimi livelli, molti locali non colgono questa opportunità.
Un altro aspetto critico riguarda la tostatura del caffè. La tradizione napoletana, che prevede una tostatura molto scura, si è ormai diffusa in tutta Italia, imponendo un gusto forte che, tuttavia, richiede particolare attenzione nella conservazione e gestione dei chicchi. Gli oli che affiorano in superficie a seguito di questa tostatura possono compromettere la qualità del prodotto se non trattati con la dovuta cura. Purtroppo, molti baristi ignorano questa problematica, finendo per servire un caffè che non rende giustizia alla qualità della materia prima utilizzata.
In sintesi, il report evidenzia come, nonostante la ricchezza della nostra tradizione e l’accesso a risorse formative e tecnologiche avanzate, l’Italia sia ancora lontana dall’essere quel faro di perfezione nell’arte dell’espresso che si crede. Per salvaguardare il prestigio del caffè italiano, è necessario un cambio di rotta: maggiore attenzione alla formazione, utilizzo consapevole delle tecnologie e un ritorno al rispetto delle basi che hanno reso l’espresso una delle bevande più amate al mondo.